In ambito AML/CFT, Banche e Istituti finanziari sono spesso oberati da un’enorme mole di dati da disaminare. Ne consegue la necessità di un sistema in grado di svolgere un monitoraggio preciso, continuo e in tempo reale. L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale[1] permette di sviluppare soluzioni in grado di ottimizzare le risorse e aumentare i controlli in questo complesso settore.

Tuttavia, affidarsi solamente all’AI potrebbe essere un errore: la tecnologia non può sostituire il giudizio e l’esperienza degli specialisti, ma può essere utilizzata da questi ultimi come un potente strumento nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.

I punti di forza dell’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale, se implementata, comporta dei significativi vantaggi nel processo operativo.

In primo luogo, l’AI consente a una macchina di migliorare continuamente le proprie prestazioni, apprendendo dai feedback delle proprie azioni. È in grado di suggerire regole di rischio migliori, basate sul comportamento degli utenti e sullo storico delle azioni: uno dei punti di forza del Machine Learning è infatti la capacità di individuare dei modelli, dei cluster, in una mole enorme ed infinita di dati che nessun essere umano riuscirebbe a setacciare con la medesima rapidità e precisione.

Inoltre, grazie all’AI la macchina è in grado di decidere, attraverso un’analisi dei dati, quali azioni siano necessarie per completare un’attività, ottimizzando il lavoro, contraendo la dispersione di informazioni e il tempo che ogni lavoratore deve impiegare per ottenere lo stesso risultato, potendo quest’ultimo dedicarsi agli aspetti qualitativamente più importanti del processo di lavoro. L’AI è dunque in grado di aumentare sia la produzione che la qualità del processo lavorativo.

Permette inoltre di creare maggiormente la possibilità di sviluppare prodotti e servizi su misura e migliorare il servizio al cliente (customer experience): in quest’ottica AIO ha da poco sottoscritto un contratto per l’avvio delle attività per la messa in opera dell’Artificial Worker, specializzato nella gestione autonoma delle prenotazioni per le prestazioni sanitarie e nella gestione delle richieste di informazioni specifiche e generiche, riguardanti i rapporti tra il cittadino e le ASL, secondo quanto previsto nella procedura di Gara comunitaria bandita dalla Regione Lazio.

Una delle paure più frequenti riguardanti l’AI è che essa possa sostituire la forza lavoro umana. In un sondaggio condotto da Pegasystems[2] su 6.000 consumatori riguardo alle loro opinioni sull’AI, il 35% ha affermato di essere preoccupato che le macchine sostituiscano i loro lavori.

In realtà, l’avvento dell’AI può generare più posti di lavoro e contrarre il problema della disoccupazione: è infatti una nuova materia che si impone sul mercato del lavoro e dunque occorrono nuove specializzazioni.

Infine, l’automazione tramite l’Intelligenza Artificiale sarà in grado di migliorare le attuali condizioni ambientali: è uno strumento che ci aiuta a comprendere il mondo e viverlo nel migliore dei modi.

I punti di forza nell’utilizzare i lavoratori per la supervisione dei processi

Come scritto in un articolo di Barclays[3], “L’apprendimento automatico aumenterà il lavoro svolto dagli esseri umani, non lo sostituirà”: gli esseri umani eccellono nella supervisione e nel processo decisionale, l’esperienza professionale resta una risorsa inestimabile.

Gli analisti, grazie all’implementazione dell’AI, sono sottratti dall’impegno di un lavoro monotono e ripetitivo, potendo dedicarsi esclusivamente alla qualità del controllo, evitando di generare Segnalazioni di Operazioni Sospette inefficaci. In tal modo, si sentono più gratificati e ottengono un ruolo di supervisore del proprio collega macchina (aw).

Inoltre, automatizzando i processi si possono ridurre gli errori con una ulteriore supervisione del lavoro degli analisti: si innesta una doppia verifica in quel processo che manualmente ne avrebbe avuta una, con una serie di imprecisioni apportate dalla stanchezza dell’uomo causata dalla ripetitività delle singole mansioni e dalla mole di dati da analizzare.

La soluzione di AIO: collaborazione tra lavoratori e Intelligenza Artificiale

L’approccio di AIO si basa su una forte collaborazione tra lavoratori e Intelligenza Artificiale: in questo nuovo scenario, ognuno si specializza su ciò in cui eccelle per ottenere risultati ottimali.

Nel libro “Human + Machine: Reimagining Work in the Age of AI”[4], Paul R. Daugherty e H. James Wilson descrivono in modo chiaro perché uomini e macchine dovrebbero lavorare insieme.

Il futuro del processo decisionale è una combinazione di intuizioni dell’AI con i giudizi e la supervisione degli specialisti umani. Questi ultimi diventano responsabili dei controlli, delle revisioni manuali e della creazione di nuove regole basate sui comportamenti emergenti. L’Intelligenza Artificiale viene invece utilizzata per esaminare i dati attraverso un monitoraggio accurato e preciso.

Per questi motivi, AIO ha sviluppato gli Artificial Workers. Attraverso gli aw, Banche ed Istituti finanziari possono godere di una maggiore protezione e accuratezza dei dati raccolti, con una gestione degli stessi in maniera organica ed efficiente.

Gli aw possono essere utilizzati nella prevenzione dei reati di riciclaggio/finanziamento al terrorismo e come ausilio alla giustizia, in quanto permettono di elaborare più velocemente grandi volumi di dati e di transazioni, permettendo agli analisti di valutare con più accuratezza i rischi.

Gli aw non presentano gli stessi cali di produttività che i lavoratori soffrono quando si stancano alla fine della giornata, permettendo agli analisti di subire meno stress ed essere sempre in linea con gli SLA: ciò permette di ottenere un significativo risparmio di energia e di concentrazione per gli analisti.

Inoltre, gli aw, attraverso NLP (Natural language processing), sono in grado di fornire moltissime informazioni e dare supporto per azioni quotidiane ai lavoratori.

L’AI, infine, aiuta a rendere il posto di lavoro “più sicuro”, perché il lavoro più “pericoloso” può essere demandato alle macchine.

Affinché umani e macchine svolgano i ruoli a loro più congeniali, c’è bisogno di reingegnerizzare i processi aziendali attraverso una collaborazione tra lavoratori e Intelligenza Artificiale. Le organizzazioni che adottano le macchine per rimpiazzare i lavoratori attraverso l’automazione non sfruttano il pieno potenziale dell’AI.

AIO ha sviluppato gli aw per supportare il lavoro umano: con essi, lo specialista ha già un lavoro organico da cui partire per integrare delle informazioni specifiche. In questo modo, il lavoratore può concentrarsi sugli aspetti qualitativi e gratificanti del processo, lasciando agli aw i compiti reiteranti.

Scopri i nostri Artificial Workers

 


Fonti:

[1] “Come l’Intelligenza Artificiale può migliorare il settore AML/CFT”, AIO, 18/03/2020
[2] “Can empathy and AI coexist?”, PEGA, 07/2019
[3] “Machines can’t do it by themselves”, Barklays, 16/01/2020
[4] “Human + Machine: Reimagining Work in the Age of AI, Paul R. Daugherty, H. James Wilson”, Accenture, , Harvard Business Review Press, 20/03/2018