I controlli antiriciclaggio eseguiti sulle movimentazioni bancarie sono necessari per la lotta all’evasione fiscale e al finanziamento al terrorismo. È sempre fondamentale ricostruire i collegamenti tra movimentazioni di denaro o patrimoniali e la loro effettiva provenienza oppure destinazione finale, attraverso un costante e veloce controllo sui flussi di denaro.

 

Ruolo attivo rispetto alla normativa AML/CFT

Rispetto alla normativa AML/CFT ci si può porre e approcciare principalmente attraverso due ruoli: attivo o passivo.

Il ruolo attivo rispetto alla normativa presuppone che la Banca o Istituto Finanziario a cui il cliente si rivolge, dovrà ricorrere in primo luogo all’individuazione del titolare effettivo. Questa figura consiste nella persona fisica per conto della quale è realizzata l’operazione, oppure nel caso di entità giuridica, nelle persone fisiche che possiedono o controllano tale entità e che risultano beneficiari di tale operazione.

Questa fase viene definita del KYC (Know Your Customer). Difatti verrà consegnato al cliente il cosiddetto QAV (Questionario di adeguata verifica) dove, oltre agli estremi, gli verranno chieste ulteriori informazioni aggiuntive, come il titolo di studio, la professione, il reddito, il motivo dell’operazione bancaria.

In tal modo, l’Istituto di credito cerca di conoscere il nuovo cliente e quali sono gli scopi che lo portano ad effettuare quella determinata operazione. La normativa antiriciclaggio, infatti, impone all’Istituto di controllare il proprio cliente e comprendere se il suo comportamento è da definirsi anomalo.

Inoltre, è bene sottolineare che il Questionario in oggetto è a tutti gli effetti un’autocertificazione: nel momento della compilazione occorre fare attenzione ai campi da sottoscrivere e se alcuni campi non sono così chiari, chiedere sempre spiegazioni all’operatore, dal momento che la Falsa attestazione è reato penale ex art. 495 c.p.

 

Ruolo passivo rispetto alla normativa AML/CFT

Il ruolo attivo non è l’unico ruolo che si può esercitare rispetto alla normativa AML/CFT.

Un ruolo passivo, ad esempio, è esercitato quando un cliente dell’Istituto finanziario riceve dei bonifici in entrata sul proprio conto. I controlli, infatti, non vengono effettuati esclusivamente sulla persona, ma anche su tutte le transazioni in entrata e in uscita che circolano sul conto.

La conoscenza del cliente è onnicomprensiva, così come quella del rischio deve dirsi olistica. In questo modo, la Banca conosce il mittente e la causale delle operazioni, ma anche in cosa consistono e se sono comportamenti anomali da segnalare alle Autorità all’uopo precostituite o se sono in linea e coerenti con il profilo dichiarato nel Questionario.

Chi compie tali controlli ha la possibilità di attingere a degli schemi comportamentali di riciclaggio/finanziamento al terrorismo già pre-elaborati da Banca d’Italia, la quale ogni anno rinnova i comportamenti anche in base alle evoluzioni criminali.

 

Lo scenario dei controlli dietro le movimentazioni bancarie: dopo il QAV

Una volta compilato dal cliente il QAV (Questionario di adeguata verifica), questo verrà inserito nel database della Banca. In base alle notizie che si ricavano, verrà assegnato al cliente un punteggio di rischio di esposizione al reato di riciclaggio e finanziamento al terrorismo. Sul rischio calcolato verranno modulati gli opportuni controlli: un rischio alto avrà controlli più approfonditi in un lasso di tempo annuale, laddove un rischio basso avrà dei controlli sufficienti effettuati ogni tre o cinque anni a secondo della policy di quella data Banca.

 

Controlli AML reputazionali e transazionali

I controlli che verranno effettuati sono sostanzialmente di due tipi: reputazionale e transazionale. Il primo si baserà su una ricerca sul web e sulle cosiddette sanction lists: liste “nere” che contengono tutti i soggetti con dei precedenti. Dunque, è un controllo sulla reputazione del cliente in valutazione, per comprendere se ha precedenti condanne o se gli sono state applicate misure cautelari.  Ad esempio, se il cliente che intende aprire un conto bancario è un soggetto che è stato condannato per usura o infiltrazione mafiosa, è doveroso che i controlli abbiano una maggiore accuratezza.

Con controlli transazionali si intende invece lo studio e l’indagine di ognuna delle transazioni che avvengono su quel dato conto bancario. La mole da disaminare è davvero considerevole, basti pensare che nel 2018, e dunque in era pre-covid, Banca d’Italia ha stimato circa sei miliardi di transazioni per l’Italia.

 

Controlli AML: SOS (Segnalazione di Operazioni Sospette)

Ebbene, laddove l’analista riscontri un comportamento anomalo o si renda conto che il cliente in valutazione è indagato per gravi reati inerenti all’ambito AML, è obbligato per legge ad effettuare una SOS, ovvero una Segnalazione di Operazione Sospetta. Questa segnalazione arriva direttamente ai funzionari addetti di Banca d’Italia, che inizieranno le indagini. Se lo riterranno opportuno, passeranno il fascicolo alla polizia valutaria ed alla Procura.

Inoltre, laddove il presidio antiriciclaggio non sia reputato sufficiente da Banca d’Italia, attraverso delle ispezioni presso le Banche, le conseguenze consistono in multe milionarie[1]e in provvedimenti interdittivi a poter acquisire ulteriore clientela come nel caso ING Direct[2], che subì anche un forte danno d’immagine sul mercato.

Si comprende, allora, come l’oggettività, la profondità e l’intensità dei controlli da condurre debbano essere massimi, così come le SOS puntuali e precise. È facile comprendere la pericolosità del riciclaggio dei proventi illeciti e delle sue dimensioni mondiali. Diversamente, il presidio di controllo non sarà sufficiente a prevenire e contrastare gli illeciti e ad eliminare la possibilità per la criminalità organizzata di infiltrarsi.

Le organizzazioni criminali, da quelle più complesse a quelle più improvvisate, conoscono alla perfezione le modalità per eludere efficacemente i controlli previsti, scegliendo sapientemente le modalità più idonee per raggiungere i propri scopi, creando una cortina di opacità. La fantasia criminale è l’ulteriore mezzo che tali organizzazioni hanno dalla loro parte. 

 

Le difficoltà dell’ambito AML/CFT e la soluzione di AIO

Nell’ambito AML/CFT esistono numerosi punti di difficoltà intrinseci all’attività di controllo che riguardano tutti gli analisti coinvolti nel processo operativo, che ostacolano la buona riuscita dell’analisi con l’individuazione del comportamento anomalo e del relativo reato.

Come rispondere a tali criticità? Una valida soluzione è quella di impiegare sinergicamente le nuove tecnologie dell’ambito Artificial Intelligence. L’intelligenza artificiale (IA) può essere uno straordinario strumento a disposizione degli addetti ai controlli AML/CFT. Il settore dell’intelligenza artificiale mette a disposizione varie tecnologie.

I nuovi servizi della soluzione AML-AW della AIO sono il risultato della ricerca tecnologica applicata ai processi antiriciclaggio e antiterrorismo: la soluzione applicativa si avvale dell’esperienza diretta maturata sul campo dagli specialisti di settore, delle indicazioni più recenti offerte dalla regolamentazione nazionale e internazionale e, soprattutto, delle migliori tecnologie in ambito Artificial Intelligence e Advance Data Analytics.

I nuovi servizi consentono di automatizzare le operazioni manuali, operando in forte discontinuità rispetto alle logiche di processo tradizionali, permettendo agli operatori di focalizzarsi sulle analisi qualitative, sulla valutazione dei rischi e sul miglioramento nel continuo dei sistemi di controllo interno.[3]

Una soluzione IA assicura trasparenza, spiegabilità, equità, rendicontabilità e responsabilità.

 

Scopri i nostri Artificial Workers

 

[1]  “Come evitare sanzioni grazie all’Intelligenza Artificiale”, AIO, 23/06/2021

[2] “Ing Bank, multa da Bankitalia: «Carenze nelle verifiche sui clienti»”, il Sole 24 Ore, 12/02/2020)

[3]  “Collaborazione tra lavoratori e Intelligenza artificiale: perché sarà determinante nel settore AML/CFT”, AIO, 20/05/2021